"INVESTIRE NEL FUTURO
SCUOLA CALCIO E SETTORE GIOVANILE"
Per una garanzia di successo
OBIETTIVI DEL PROGETTO
La scuola calcio Spes sarà basata sui concetti di continuità, progressività e pluriennalità.
Scopo principale che si proporrà la “Scuola Calcio Spes” è quello di offrire ai ragazzi che intendono avvicinarsi al gioco del calcio, la possibilità di svolgere un’attività completa fisico-motoria-educativa sia da un punto di vista atletico che tecnico impostata sul gioco del calcio.
Il compito di tali strutture sarà di promuovere, avviare e sperimentare le procedure tecniche e didattiche più favorevoli all’insegnamento della pratica calcistica. Scopo di questa iniziativa è di comunicare il proprio impegno nell’educazione dei giovani attraverso lo sport.
Il gioco diviene così linguaggio educativo: interpretato e vissuto, da partecipanti e organizzatori del programma, nelle sue accezioni più positive di divertimento, movimento, fair play, spirito di aggregazione.
Ci si propone così di favorire apprendimenti generali che costituiscono le fondamenta non solo del calcio ma dell’attività fisico-sportiva in generale.
In altre parole tra i nostri obiettivi rientrano: l’acquisizione di un adeguato schema corporeo e motorio e di una corretta percezione spazio-temporale; il miglioramento delle capacità psicomotorie
e lo sviluppo delle capacità ritmo-cinestetiche (coordinazione, equilibrio); lo sviluppo armonico delle capacità fisiche (resistenza, mobilità articolare, velocità, destrezza, ecc.). Tutto ciò consente un potenziamento sia dal punto di vista fisico che psichico considerando i fattori auxologici, ossia il rapporto tra età cronologica dell’allievo e sviluppo del sistema nervoso e apparato locomotore (forza e capacità muscolari, capacità respiratoria e cardiache), con dosaggio del carico di lavoro e scelta delle esercitazioni.
Considerato in questo senso, il corso si propone di offrire il calcio ai ragazzi con un metodo che renda meno noiose possibili le lezioni e faccia sensibilizzare l’allievo con il pallone, il campo, i compagni, ponendo le basi per un’attività agonistica futura.
Si proporranno le difficoltà in progressione crescente finché l’allievo si troverà in grado di saper “trattare” il pallone, saper “stare” in campo e saper “collaborare” con i compagni senza che se ne sia accorto.
Il fine ultimo è quello di avere dei ragazzi che giochino un calcio intelligente, ragionando su quello che fanno o dovranno fare, e non ragazzi che riportano in campo ciò che imparano a memoria durante l’addestramento.
Attraverso una corretta attività per ogni fascia di età costruiremo così quel bagaglio motorio, tecnico e tattico che in precedenza veniva acquisito quasi per intero dal ragazzo attraverso il gioco spontaneo.
Il compito della nostra società nel settore giovanile sarà quello di formare giocatori, uomini, ricercando innanzitutto, lo sviluppo di tutte le componenti della personalità dei ragazzi.Questo percorso è sicuramente molto lungo e prevede costanti miglioramenti ottenuti con gradualità e grande pazienza anche se tutto ciò contrasterà con l’esigenza di alcuni addetti ai lavori di raggiungere a breve termine, per ottenere i quali i ragazzi vengono sollecitati in maniera dominante nelle capacità che determinano la prestazione agonistica.
DESTINAZIONE DEL PROGETTO
La formazione di un giocatore di alto livello si compie attraverso il superamento di gradini (STEP) che si sviluppano per mezzo di una serie di cicli di lavoro strutturati in modo che uno sia la naturale prosecuzione dell’altro.
Non è possibile raggiungere alti livelli se non si sono apprese, stabilizzate ed integrate tra loro le abilità di ogni singolo ciclo.
Uno dei punti fondamentali è la programmazione a lungo termine: occorre stabilire e definire in modo preciso quali siano gli obiettivi prioritari da conseguire nei diversi periodi. Niente può sostituire l’osservazione continua e costante dell’istruttore, perché nessuno può definire in anticipo quali siano le capacità future di un giovane atleta.
Per ogni categoria si prenderanno in esame: gli obiettivi didattici ed educativi da realizzare nella relativa fascia d’età, la traccia del lavoro annuale, lo sviluppo operativo realizzato in micro-cicli e la scheda di osservazione che permette di valutare l’andamento del lavoro.
La caratteristica essenziale per una società sportiva come la nostra è la stabilità nel tempo: lavorando per uno scopo comune, con gli stessi uomini e con un determinato periodo, si potranno utilizzare al meglio le risorse a disposizione. La professionalità di chi opera nel nostro Settore Giovanile, deve essere un punto di partenza per poter operare nella nostra società. Tutto ciò che si compie è svolto in funzione dei bambini: si deve agire, pensano prima alla crescita della persona e poi alla formazione di un buon giocatore di calcio.
Uno dei punti fondamentali è la programmazione a lungo termine: occorre stabilire e definire in modo preciso quali siano gli obiettivi prioritari da conseguire nei diversi periodi. Niente può sostituire l’osservazione continua e costante dell’istruttore, perché nessuno può definire in anticipo quali siano le capacità future di un giovane atleta.
Per ogni categoria si prenderanno in esame: gli obiettivi didattici ed educativi da realizzare nella relativa fascia d’età, la traccia del lavoro annuale, lo sviluppo operativo realizzato in micro-cicli e la scheda di osservazione che permette di valutare l’andamento del lavoro.
La caratteristica essenziale per una società sportiva come la nostra è la stabilità nel tempo: lavorando per uno scopo comune, con gli stessi uomini e con un determinato periodo, si potranno utilizzare al meglio le risorse a disposizione. La professionalità di chi opera nel nostro Settore Giovanile, deve essere un punto di partenza per poter operare nella nostra società. Tutto ciò che si compie è svolto in funzione dei bambini: si deve agire, pensano prima alla crescita della persona e poi alla formazione di un buon giocatore di calcio.
Ricerca e Formazione Del Corpo Docente
Per l’attività di base ci affideremo ad Istruttori regolarmente abilitati dal Settore Tecnico Federale. Il ruolo dell’istruttore giovanile non può essere improvvisato dal momento che gli verranno affidati incarichi della massima delicatezza. Esso richiede, infatti, competenze a livello tecnico-tattico, organizzativo ed educativo, armonizzate fra loro in modo tale da evitare sia il pericolo di non soddisfare i bisogni dei bambini, dei fanciulli e degli adolescenti a lui affidati, sia di cadere nell’inutile utopia di voler privilegiare gli aspetti educativi senza tenere conto delle caratteristiche della realtà societaria in cui si opera.Nel lungo tragitto che il ragazzo deve percorrere durante l’attività del Settore Giovanile, l’istruttore come detto ricopre un ruolo di grande importanza.
Fin dall’inizio infatti, il suo compito sarà quello di stimolare il giovane a sperimentare e vivere in prima persona tutte le attività, esprimendosi liberamente nella propria autonomia, libertà, individualità. Se un eventuale errore non verrà immediatamente sottolineato e criticato, ma sarà visto come un comportamento da analizzare e correggere, il giovane non avrà paura di sbagliare, acquisendo sicurezza nei propri mezzi.
Anche con ragazzini di età maggiore l’istruttore, più che dirigere la seduta di allenamento, la osserverà, offrendo indicazioni e lasciando al giovane la possibilità di interpretare e svilupparle. un buon rapporto tra allievo e istruttore, un clima positivo durante la seduta di allenamento e durante la partita sono i presupposti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi prima trattati.
FAMIGLIE
I genitori dei giovani atleti sono importanti per gli stimoli che possono fornire ai figli che praticano sport:
-incoraggiamenti ed utili consigli fanno crescere lo sportivo con sani principi morali ed etici, con il rispetto delle regole del "FAIR PLAY". L'importante è che i genitori non siano troppo oppressivi e che non intervengano inisistentemente nella vita della squadra e nella vita della società.
Il genitore non deve fare troppe pressioni psicologiche sul rendimento sportivo; è importante anche che i genitori non riversino sui figli le proprie aspettative mai realizzate.
Il giovane che sceglie di impegnarsi in qualsiasi sport merita rispetto e stima da parte dei genitori i quali dovranno stimolare ed incoraggiare,facendo comprendere che lo sport è divertimento, voglia di stare insieme, senza gelosie o false ambizioni, di ostacolo alla crescita sportiva e di individuo.
DEFINIZIONE DEI RUOLI
Il Settore Giovanile Calcio avrà una propria autonomia tecnica e di gestione economica. Una moderna società sportiva, come vorrebbe essere definita la nostra, avrà necessariamente dei dirigenti preparati e disponibili ad affrontare
nuove tematiche indispensabili all’esercizio di un ruolo, con competenza e responsabilità. Il dirigente sportivo si potrà e dovrà così identificare come un “manager”, con doti di organizzatore e di “public relation man”.
Il nostro dirigente sportivo sarà in grado di coordinare, mediare, decidere con un obiettivo ben chiaro da raggiungere. Per rispondere alle esigenze della società i dirigenti si specializzeranno per le varie funzioni, migliorando l’immagine del club nei confronti delle altre realtà con cui ci si rapporta.
Le figure Dirigenziali sono:
· Coordinatori;
· Responsabile Operativo;
· Istruttori Attività di Base;
· Istruttori Specifici;
FASI DI ATTUAZIONE
Programmare l’attività, dalla singola unità di lavoro alla stagione completa, sarà per la nostra Scuola Calcio il punto di partenza per ottenere risultati positivi, per avere un riscontro del lavoro svolto e per verificare continuamente le proprie scelte, le proprie conoscenze e le proprie capacità. Conoscere tutti gli aspetti che caratterizzeranno il nostro lavoro nell’attuazione e realizzazione della Scuola Calcio è importante ma è anche fondamentale capire che essi sono diversi da squadra a squadra e sempre in costante evoluzione.Il nostro allenatore sarà per cui un eccellente osservatore in grado di capire, adattarsi e trasformare, se necessario, i propri programmi al fine di ottenere gli obiettivi prefissati.
Chi come noi programmerà con logica, conoscendo le risorse, gli obiettivi, i tempi e i modi è destinato ad ottenere un risultato positivo.
All’interno della nostra Scuola Calcio si distingueranno in diverse fasce di età:
Obiettivi tecnico-tattici e psicologici per fasce d'età
PROGRAMMA SCUOLA CALCIO 5 – 10 ANNI Sportivo/Formativo
OBBIETTIVI COORDINATIVI:
Orientamento spazio-temporale
Equilibrio
Ritmizzazione
Educazione motoria
Gioco Sport Calcio
Schemi motori di base Obbiettivi Tecnici
Correre e camminare con la palla Guidare fintare e dribblare
Saltare e/o colpire la palla Dominare (toccare, alzare, palleggiare)
Calciare – Tirare
Saltare o ricevere la palla Stoppare (ricevere)
Intercettare
OBBIETTIVI EDUCATIVI:
COGNITIVI:
Attenzione, Osservazione, Soluzione semplici problemi
EMOTIVO – AFFETTIVI:
Conoscenza di sé, Autocontrollo, Motivazione
SOCIO RELAZIONALI:
Rispetto delle regole, Rispetto degli altri, Collaborazione
PROGRAMMA SCUOLA CALCIO 10 – 12 ANNI Equilibrio fra Sportivo Formativo - Agonistico
OBBIETTIVI:
Attività motoria finalizzata, polivalente e multilaterale
Avviamento al calcio
Arricchire Obbiettivi Tecnici
Abilità tecniche Guidare fintare e dribblare
Il pensiero tattico e la tecnica individuale Dominare (toccare, alzare, palleggiare)
Calciare – Tirare
Educare alla tattica di squadra Stoppare (ricevere)
Intercettare
OBBIETTIVI EDUCATIVI:
COGNITIVI:
Attenzione, Osservazione, Soluzione semplici problemi
EMOTIVO – AFFETTIVI:
Conoscenza di sé, Autocontrollo, Motivazione
SOCIO RELAZIONALI:
Rispetto delle regole, Rispetto degli altri, CollaborazionePROGRAMMA SCUOLA CALCIO 12 – 14 ANNI Equilibrio fra Sportivo Formativo - Agonistico
OBBIETTIVI:
Attività motoria finalizzata, polivalente e multilaterale
Inizio alla specializzazione calcistica
Giusto equilibrio fra il risultato sportivo – formativo e quello agonistico
Arricchire Obbiettivi Tecnici
Abilità tecniche Guidare fintare e dribblare
Il pensiero tattico e la tecnica individuale Dominare (toccare, alzare, palleggiare)
Calciare – Tirare
Educare alla tattica di squadra Stoppare (ricevere)
Intercettare
OBBIETTIVI EDUCATIVI:
COGNITIVI:
Attenzione, Osservazione, Soluzione semplici problemi
EMOTIVO – AFFETTIVI:
Conoscenza di sé, Autocontrollo, Motivazione
SOCIO RELAZIONALI:
Rispetto delle regole, Rispetto degli altri, Collaborazione
PROGRAMMA SCUOLA CALCIO 14 – 16 ANNI Equilibrio fra Sportivo Formativo - Agonistico
OBBIETTIVI:
Attività motoria specifica
Si partecipa secondo la logica agonistica
Può essere privilegiato il risultato agonistico
Arricchire Obbiettivi Tecnici
Specializzazione calcistica Guidare fintare e dribblare
Il pensiero tattico e la tecnica individuale Dominare (toccare, alzare, palleggiare)
Calciare – Tirare
Educare alla tattica di squadra Stoppare (ricevere)
Intercettare
Perfezionare le attività Tecniche
Perfezionare il pensiero tattico e la
tecnica individuale.
tecnica individuale.
Consolidare la tattica di squadra
Perfezionare le capacità coordinative
Allenare le capacità condizionali
OBBIETTIVI EDUCATIVI:
COGNITIVI:
Attenzione, Osservazione, Soluzione semplici problemi
EMOTIVO – AFFETTIVI:
Conoscenza di sé, Autocontrollo, Motivazione
SOCIO RELAZIONALI:
Rispetto delle regole, Rispetto degli altri, Collaborazione, Sviluppo della tolleranza e della mediazione
TESSERAMENTO
RUOLO DELL’ISTRUTTORE NELLA SCUOLA CALCIO
L’allenatore - educatore sceglie gli obiettivi da raggiungere, che devono essere commisurati al livello di ogni giovane atleta, in modo che siano effettivamente raggiungibili da ognuno. L’allenatore è in grado di comunicare in modo chiaro, sintetico con un linguaggio appropriato all’età dei propri allievi (spiegazioni efficaci), coinvolgendoli anche attraverso domande e problemi motori da risolvere. Da ciò dipende inoltre la capacita di sostenere I’attenzione dei ragazzi. L’allenatore-insegnante dovrà preoccuparsi di mantenere alto il tempo di impegno motorio, cioè il tempo trascorso nella pratica delle attività, curando la necessaria ripetizione delle esecuzioni e sollecitando la frequenza dei contatti con la palla. Per ridurre i tempi morti ottimizzando cosi I’apprendimento e dunque necessario: o Sapere dosare i tempi di spiegazione e quelli dedicati alla pratica predisporre ed attrezzare il campo prima dell’inizio di ogni allenamento; o Prevedere degli spazi di lavoro flessibili, cioè facilmente adattabili, in ampiezza e disposizione geometrica (quadrati, rettangoli, ecc.), alle diverse attività di allenamento. Per esempio il passaggio da un esercizio ad una situazione o ad un gioco a tema non dovrebbe rubare del tempo con laboriosi aggiustamenti degli attrezzi; o Prevedere nel corso delle varie attività la rotazione dei ruoli (il difensore che diventa attaccante o il portiere difensore, ecc.). II bravo insegnante-allenatore di settore giovanile si caratterizza per I’assoluta conoscenza e competenza tecnica. Nel calcio giovanile attuale c’e un urgente bisogno di riscoprire e rivalutare il gesto tecnico. L’allenatore sa comunicare scegliendo le parole più adatte, la giusta intonazione della voce, la disposizione del corpo, la mimica adeguata. L’adulto che si occupa dell’educazione sportiva dei giovani sa ascoltare e riesce a mettere in evidenza gli aspetti positivi e le piccole conquiste degli allievi, rinforzando in loro I’autostima, procurando soddisfazione e piacere. Inoltre sa coinvolgere tutti giocatori facendoli partecipi alle diverse attività della seduta di allenamento. La qualità della relazione allenatore/allievo predispone un clima che facilita apprendimenti validi e duraturi. L’allenatore-insegnante adotta uno stile di insegnamento non autoritario ma autorevole, richiedendo il rispetto delle regole e I’accettazione degli altri, ma offrendo in cambio ascolto e comprensione.
IL BAMBINO SPORTIVO
IL BAMBINO SPORTIVO
Il bambino sportivo non è un adulto in miniatura che partecipa all’ attività agonistica, ma un fanciullo le cui cariche ludico-competitive trovano naturale espressione attraverso una pratica sportiva adatta alle sue possibilità. Lo sport infantile prevede e supera il gioco poiché, a differenza di questo, propone l’ acquisizione razionalizzata e funzionale di azioni motorie: determinando nel bambino una relazione con le cose, le situazioni e le persone non soltanto fantastica, ma anche realistica. Il passaggio dal gioco allo sport è nel bambino più spontaneo che nell’ adolescente e nell’ adulto, in quanto le numerose attività di gioco che la “ tradizione dell’ infanzia “ si tramanda contengono regole e prove tipiche di alcuni sports. Lo sport per l’ infanzia non spoglia l’ azione del bambino di contenuti creativi, né si riduce all’ imitazione del gesto senza significato e motivazione, ma dà valore e autenticità alle manifestazioni psicomotorie del soggetto. Inoltre lo sport non incoraggia un’ attività riferita narcisisticamente e autisticamente verso il se, ma la indirizza con e verso gli altri in una visione d’integrazione del bambino nel gruppo sociale. Riconosciuto che l’ aggressività è un elemento presente ed insostituibile nella dotazione psichica del bambino, lo sport non la promuove né la enfatizza, ma la socializza entro forme di comportamento accettabili e ricche di contenuti educativi. Il vivere l’ aggressività entro i moduli culturali dello sport significa per il bambino imparare a canalizzare questa energia psichica in forme socialmente consentite e per scopi costruttivi. Esperienza indispensabile per passare dall’ antagonismo al “ co-agonismo “. Naturalmente la possibilità di una fruizione positiva dell’ attività sportiva da parte del bambino è strettamente legata alla presenza di un operatore che abbia certe capacità, conoscenze ed atteggiamenti. Infatti è chiaro che una reale comprensione delle dinamiche proprie del bambino e del suo gruppo ed un intervento attivo su di esse presuppongono un pieno coinvolgimento dell’ operatore su un piano di rapporto interpersonale, e quindi chiamano in causa al di là della sua competenza tecnica, il tipo di struttura della personalità e le sue dinamiche sul piano relazionale. Per l’ ottenimento di un più alto livello di maturazione psicologica del bambino sportivo (ORLICK e BOTTERILL) si raccomanda: 1. il continuo mutamento di ruoli e posizioni di gioco scoraggiando la specializzazione precoce; 2. evitare ogni automazione del gesto sportivo; 3. allontanare le eccessive sollecitazioni emotive ambientali dall’ agonismo infantile; 4. scoraggiare la critica nei confronti dei mini-atleti e tra di essi; 5. rinforzare generosamente i comportamenti positivi; 6. fare opera di dissuasione verso le aspettative irragionevoli che gli adulti possono manifestare nei confronti dell’ attività sportiva dei bambini.
LE ALTRE FIGURE ADULTE NELLA SCUOLA CALCIO SPES
RUOLO DEL DIRIGENTE ACCOMPAGNATORE Funge da collegamento e da filtro nella relazione tra l’allenatore del gruppo squadra ed i genitori dei giovani calciatori. Riceve le indicazioni generali sul proprio ruolo con competenze ed ambiti d’intervento. Si relaziona costantemente con il responsabile tecnico, ed in particolare con il proprio allenatore per il supporto all’attività di tipo organizzativo. Collabora nell’organizzazione e nella gestione del gruppo. Sostiene l’intervento del tecnico rafforzando i principi educativi della pratica sportiva RUOLO DELLO PSICOLOGO Attiva le risorse di tutte le componenti presenti nella società migliorando le relazioni interpersonali. Crea un contesto collaborativi tra i componenti del gruppo per favorirne la formazione come persone e come calciatori. Aiuta a migliorare il rapporto e la collaborazione tra tecnici dello stesso staff, tra tecnico ed allievo/atleta, tra tecnico e genitori. Programma le iniziative che tendono a migliorare l’ambiente psicosociale. Facilità la comunicazione affiancandosi nel compito ai dirigenti. RUOLO DEL MEDICO Partecipa alle riunioni societarie allo scopo di far accrescere le conoscenze sanitarie dei dirigenti e tecnici. Coordina e controlla l’effettiva effettuazione delle visite mediche di idoneità alla pratica del giuoco del calcio; Si relaziona costantemente con i tecnici , allo scopo di monitorare lo stato di salute dei giovani calciatori; Si relaziona in collaborazione con il Responsabile Tecnico su gli obiettivi da perseguire in materia di tutela sanitaria e sulle eventuali strategie per il miglioramento della stessa; Partecipa al confronto con i genitori sulle problematiche educative riferite alla tutela della salute riferita in particolare a prevenzione, igiene, alimentazione e uso ed abuso di farmaci.SUGGERIMENTI PER I GENITORI
1.Tener conto che l’attività viene svolta da un bambino e non da un adulto; 2. cercare di non decidere troppo per lui;
3. Cercare di non interferire con l’allenatore nelle scelte tecniche evitando anche di dare giudizi in pubblico sullo stesso (in caso di atteggiamenti ritenuti gravi rivolgersi al Responsabile della Scuola Calcio);
4. Cercare di non rimarcare troppo al bambino una partita mal giocata o quant’altro evitando di generare in lui ansia da prestazione (non bisogna essere né ipercritici né troppo accondiscendenti alle sue richieste che spesso sono solo dei capricci);
5. Incitare sempre il bambino a migliorarsi facendogli capire che l’impegno agli allenamenti in futuro premierà ( rendendolo gradatamente consapevole che così come a scuola anche a calcio per fare bene c’è bisogno di un impegno serio);
6. Abituare il bambino a farsi la doccia, legarsi le scarpe da solo e portare lui stesso la borsa al campo sia all’arrivo che all’uscita (rendendolo pian piano autosufficiente);
7. Non entrare nelle zone riservate agli atleti, né nello spogliatoio;
8. Durante le partite cercare di controllarsi: un tifo eccessivo è diseducativo sia per i bambini che per l’immagine della società nei confronti dell’esterno; 9. Cercare di ascoltare il bambino e vedere se quando torna a casa dopo un allenamento od una partita è felice;
10. Ricordarsi che sia i compagni che gli avversari del proprio bambino sono anche loro bambini e che pertanto vanno rispettati quanto lui e mai offesi; 11. Rispettare l’arbitro e non offenderlo. Molto spesso gli arbitri sono dei dirigenti e anche loro genitori che stanno aiutando il calcio giovanile: tutti si può sbagliare, cerchiamo di non perdere la pazienza!
12. Ricordarsi che molte volte si pensa che “L’erba del vicino è sempre più verde” e pertanto prima di criticare l’operato della Società cercare di capire chiedendo direttamente spiegazioni ai Dirigenti responsabili di eventuali scelte ritenute ingiuste.
3. Cercare di non interferire con l’allenatore nelle scelte tecniche evitando anche di dare giudizi in pubblico sullo stesso (in caso di atteggiamenti ritenuti gravi rivolgersi al Responsabile della Scuola Calcio);
4. Cercare di non rimarcare troppo al bambino una partita mal giocata o quant’altro evitando di generare in lui ansia da prestazione (non bisogna essere né ipercritici né troppo accondiscendenti alle sue richieste che spesso sono solo dei capricci);
5. Incitare sempre il bambino a migliorarsi facendogli capire che l’impegno agli allenamenti in futuro premierà ( rendendolo gradatamente consapevole che così come a scuola anche a calcio per fare bene c’è bisogno di un impegno serio);
6. Abituare il bambino a farsi la doccia, legarsi le scarpe da solo e portare lui stesso la borsa al campo sia all’arrivo che all’uscita (rendendolo pian piano autosufficiente);
7. Non entrare nelle zone riservate agli atleti, né nello spogliatoio;
8. Durante le partite cercare di controllarsi: un tifo eccessivo è diseducativo sia per i bambini che per l’immagine della società nei confronti dell’esterno; 9. Cercare di ascoltare il bambino e vedere se quando torna a casa dopo un allenamento od una partita è felice;
10. Ricordarsi che sia i compagni che gli avversari del proprio bambino sono anche loro bambini e che pertanto vanno rispettati quanto lui e mai offesi; 11. Rispettare l’arbitro e non offenderlo. Molto spesso gli arbitri sono dei dirigenti e anche loro genitori che stanno aiutando il calcio giovanile: tutti si può sbagliare, cerchiamo di non perdere la pazienza!
12. Ricordarsi che molte volte si pensa che “L’erba del vicino è sempre più verde” e pertanto prima di criticare l’operato della Società cercare di capire chiedendo direttamente spiegazioni ai Dirigenti responsabili di eventuali scelte ritenute ingiuste.
CARTA DEI DIRITTI E DEI DOVERI PER I BAMBINI I GIOVANI
CALCIATORI E GLI ADULTI
“in tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente”(Capo 3 Uguaglianza art. 24 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea Nizza 7/12/2000)
La seguente carta dei diritti e dei doveri si ispira ai principi di: eguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione, diritto d’informazione, efficienza ed efficacia
A chi è rivolta: a genitori, dirigenti sportivi e scolastici, insegnanti , educatori sportivi e dagli atleti.
Con quali finalità:vuole essere utile strumento per conoscere meglio il mondo calcistico giovanile affinché i “nostri adulti” genitori, tecnici e dirigenti, comprendano meglio il delicato ruolo educativo che occupano e si assumano le relative responsabilità, per favorire la formazione di buoni sportivi, ma soprattutto di ottimi cittadini.
A questi diritti corrispondono altrettanti doveri da parte degli adulti che devono garantire:
1. 1. Diritto di divertirsi e giocare
2. 2. Diritto di fare sport
3. 3. Diritto di avere i giusti tempi di riposo
L’attività deve essere svolta in un clima psicologico sereno, sia negli allenamenti che in gara; nei gruppi squadra dovrà essere previsto un turn over che permetta a tutti gli iscritti ad una Scola di calcio, indipendentemente dalle loro abilità tecniche, di essere convocati alla gara e di partecipare alla partita per almeno un tempo continuativo (senza interruzioni) dei primi due ed una cospicua porzione di minuti del terzo tempo. I tecnici hanno il dovere di rispettare e far rispettare tale norma. Nel caso dei due tempi sarà valida la stessa norma. È inoltre fatto obbligo che l’utilizzazione dei calciatori si limiti ad una sola gara per ognuna delle giornate fissate dai calendari dei tornei federali per Pulcini ed Esordienti ( C.U. n°1 s.s.2003-2004 )
4. 4. Diritto di beneficiare di un ambiente sano
5. 5. Diritto di praticare sport in assoluta sicurezza a salvaguardia della propria salute
Il benessere psicofisico può essere garantito “solo” da un’attività sportiva svolta: in strutture salubri e sottoponendo gli allievi alla visita di idoneità medico-sportiva ( requisito obbligatorio, in ottemperanza ad una legge dello stato) ;
l’utilizzo di metodologie di allenamento, idonee al soggetto ,non deve creare scompensi agli apparati in accrescimento, bensì benefici adattamenti ; deve essere evitato, a queste età, l’uso di inopportuni ed inutili integratori alimentari, mentre saranno favoriti, una corretta alimentazione ed un comportamento etico che in caso di infortunio o malattia, rispetti i giusti tempi di guarigione e recupero, evitando, se non indispensabile, l’uso ed in alcuni casi l’abuso di farmaci, ovviamente sempre in collaborazione con i medici competenti.(Commissione Medica del Settore Giovanile e Scolastico)
6. 6. Diritto di essere circondato ed preparato da personale qualificato
7. 7. Diritto di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmo
Le Società affiliate alla F.I.G.C. che svolgono attività nelle fasce d’età 6-12 anni, fermo restando i limiti delle proprie possibilità organizzative, hanno il dovere di garantire la presenza nei ruoli tecnici e dirigenziali, di persone adeguatamente preparate sia tecnicamente che sul piano psicopedagogico, per un corretto sviluppo educativo sportivo e formativo dei propri allievi. Detti educatori devono essere acquisire conoscenze e competenze specifiche
attraverso corsi, aggiornamenti e incontri informativi e didattici organizzati periodicamente dal Settore Tecnico e dal Settore Giovanile e Scolastico in collaborazione con le strutture periferiche del CONI ( C.U. n°1 s.s.2003-2004)
8. 8. Diritto di partecipare a competizioni adeguate alle varie età, seguendo allenamenti che corrispondono a giusti ritmi d’apprendimento
9. 9. Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le sue stesse probabilità di successo
Ogni bambino, bambina, ragazzo o ragazza, deve poter essere messo in condizione di poter esprimere le proprie potenzialità psichiche, cognitive, emotivo affettive, relazionali, motorie e tecniche, attraverso progressioni didattiche che corrispondano alle caratteristiche dell’età in oggetto. Il numero dei giocatori , le misure del campo, delle porte e dei palloni, la durata delle gare, degli allenamenti, devono essere in sintonia con le norme dettate dal C.U. n°1 per la stagione sportiva in corso, che hanno preso corpo attraverso sperimentazioni, esperienze ed adattamenti negli ultimi anni. Modelli di gara adeguati ad ogni fascia d’età,significano una tutela al naturale processo evolutivo dei giovani. Ogni anticipo o carico eccessivo, come pressione psicologica e tensione degli eventi, può comportare squilibrio non solo alla formazione tecnica, ma
anche perdita di motivazione ed entusiasmo con relativo rischio per la prosecuzione dell’attività. ( C.U. n°1 s.s.2003-2004 )
10. 10. Diritto di non essere un campione
I bambini che si sperimentano in un nuovo contesto di apprendimento sono tutti campioni, perché stanno provando a fare qualcosa che conoscono solamente nella loro rappresentazione: stanno imparando il gioco del calcio. ( C.U. n°1 s.s.2003-2004 )
Ai giovani calciatori ed alle giovani calciatrici un invito a:
Rispettare i propri compagni e gli avversari
Rispettare le decisioni arbitrali
Essere leali comunque vada la gara
Rispettare la propria salute
Ascoltare e seguire i consigli del proprio allenatore
Lottare per e mai contro
Confrontarsi con i propri genitori ed propri allenatori sulle esigenze ed i bisogni personali e sulle attività svolte
Continuarsi a divertire come quando si gioca sotto casa, al parco o sulla spiaggia
Ai genitori un invito a:
Considerare il proprio figlio come una persona da educare e non un campione da allenare.
Anteporre sempre il benessere fisico e psicologico del giovane al proprio desiderio di vederlo vincere.
Avere fiducia nell’operato degli educatori sportivi, lavorando in sinergia con loro.
Essere un tifoso rispettoso, incoraggiando in modo leale non solo la propria squadra ma anche quella avversaria.
Ai dirigenti un invito a:
Informare i genitori sulle norme che regolano l’Attività di Base e Scolastica e sul progetto educativo della Scuola di calcio, ricordando loro che il risultato non è l’aspetto più importante.
Sostenere il lavoro del tecnico con serenità al fine di ottenere gli effetti desiderati, sia tecnici che di partecipazione.
Ai tecnici un invito a:
Favorire lo sviluppo delle potenzialità sportive e umane degli allievi, organizzando attività divertenti e che siano motoriamente e psicologicamente coinvolgenti.